
[vc_row][vc_column][vc_column_text]In un momento così particolare e surreale come quello che il mondo sta attraversando a causa del Coronavirus, la propria casa dovrebbe rappresentare un posto sicuro in cui ripararsi dal virus Covid-19 ed essere al sicuro. Per molte donne, e non solo, non è così: infatti si incrementano le possibilità di essere vittime di aggressioni e non sentirsi protette, aumentando il tempo passato col proprio aggressore in uno spazio chiuso e diminuendo anche il supporto esterno con persone terze che potrebbero essere d’aiuto.
In Cina, Stato tra i primi colpito dalla pandemia del Coronavirus, si è registrato un notevole aumento delle denunce per violenza sessuale e fisica tra le mura domestiche, rispetto al 25% pre-Coronavirus.
In Italia nel 2019 sono avvenuti l’81,2% dei femminicidi all’interno della famiglia. Per apportare soluzioni pratiche ed efficaci si stanno attivando i movimenti femministi e le autorità: una soluzione è quella di pubblicizzare il numero antiviolenza e stalking 1522, attivato dalla presidenza del consiglio e gestito dal Telefono Rosa, per offrire aiuto a chi in questo periodo potrebbe averne più bisogno.
In Francia e Spagna invece viene data la possibilità a coloro che sono vittime di violenza domestica di passare la quarantena di albergo, mentre in Italia il ministero sta pensando di adibire su tutto il territorio nazionale spazi a case rifugio.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]